Libri, televisione, film. La strage raccontata
Da Tina Merlin a Passi e il testo di Reberschak i libri fondamentali
La tragedia del Vajont ha ispirato una lunga serie di opere che è arduo riportare in un elenco completo. Alcune di esse hanno una ispirazione letteraria, altre sono di carattere tecnico, altre ancora di denuncia o di memoria o hanno un prevalente contenuto storico e documentaristico. A queste si aggiungono lavori teatrali e opere cinematografiche. Quando, il 9 ottobre del 1997, Rai2 mandò in onda l’«orazione civile» di Paolini, più di 3 milioni di spettatori bloccarono il telecomando. Non era però il primo lavoro teatrale sul Vajont. Prima nel 1993 si erano cimentati con quella storia Sandro Buzzatti “Vajont il senso della memoria” e Maurizio Donadoni “Vajont”. Dopo Paolini, venne anche il cinema. Fu Renzo Martinelli a raccontare la storia del Vajont in un film. Opera diversa, un racconto da tradurre in pellicola, trent’anni di storia da riassumere in due ore. Val la pena di citare, qui, un altro lavoro documentaristico di un mese dopo il disastro, con scopi di denuncia civile: il Vajont della Unitelefilm (regia di Di Gianni), oggi ormai introvabile.
Nel 1993, In occasione del trentennale del disastro del Vajont, a distanza di pochi giorno l’uno dall’altro, sono andate in scena due rappresentazioni teatrali. La prima intitolata “Vajont, il senso della memoria”, Dramma in un atto di Roberto Innocente, tratta da un progetto di Sandro Buzzatti, si tenne presso il Palazzetto dello Sport di Longarone, il giorno 29 ottobre 1993, e fu interpretato dalla Associazione Professionisti dello spettacolo per il Nord-Est – Bel Teatro. Fu un tentativo ottimamente riuscito di ricreare un percorso personale “alla memoria” che passasse attraverso una serie di quadri che recitavano le parole dette dai protagonisti della vicenda, dai testimoni, ma anche attraverso parole inventate, giochi teatrali fatti di contrasti, immagini vere e coreografie astratte. Il tutto, scenicamente, guidato da un regista, che rivolgendosi direttamente al pubblico rendeva questo il vero protagonista dell’opera. La seconda rappresentazione intitolata “Vajont” si tenne invece presso il Teatro Comunale di Belluno, il 5 novembre 1993. Di Maurizio Donadoni “Memoria di classe”, un testo teatrale che ripercorre la storia del Vajont, è del 1991. Andò in scena a Belluno nel 1993 nella ricorrenza del trentennale del disastro. Vinse nel ’94 il festival di Benevento e, nel ’95, il premio Enrico Maria Salerno per la drammaturgia di impegno civile. L’azione si svolge nella sala d’ aspetto di una stazione ferroviaria di provincia dove un rappresentante di commercio incontra un anziano ex maestro elementare che, nel disastro del ‘ 63, ha perso buona parte della quinta elementare dove insegnava. Rievocando la sua classe perduta mette in scena una recita scolastica con la quale ripercorre l’intera vicenda, dai primi progetti della diga agli inizi del 900 fino alle 22 e 39 del 9 ottobre 1963. Il testo è stato raccolto in un libro pubblicato da Franco Di Mauro Editore.