“Avanguardia di classe e politica delle alleanze”, edito nel 1969 per Editori Riuniti, fu il primo libro pubblicato da Tina Merlin. E’ il frutto di un appassionato lavoro giornalistico degli anni in cui Tina Merlin era corrispondente dell’Unità da Vicenza. Il titolo, contro il quale del resto l’autrice protestò, non tragga in inganno: non si tratta di un saggio politico, ma più semplicemente di un reportage ragionato sulla “rivolta” degli operai della Marzotto, una lotta che fece storia. Delle 257 pagine del libro, la riflessione della Merlin occupa solo le prime 52: tutto il resto è costituito dalla storia di quella vicenda del 1968 ripercorsa attraverso i volantini, i manifesti, i documenti del’epoca. L’interesse di Tina Merlin per quella vicenda è molteplice. E’ la prima volta che nella provincia più bianca del Veneto, dominata dal conservatorismo democristiano, si rompe quel sistema di potere. E ciò avviene attraverso una riappropriazione da parte della classe operaia anche degli strumenti del sindacato che ritrova l’unità attraverso una forte spinta dal basso. Soprattutto, entra in crisi la rete pervasiva di un potere “padronale” che ha come perno la fabbrica (la Marzotto) attorno alla quale ruotano tutte le strutture civili ed economiche della vallata, dai trasporti ai terreni, dalla banca alla scuola, dalle case per gli operai alle organizzazioni del tempo libero fino alle cariche politiche e amministrative. L’abbattimento della statua di Marzotto a Valdagno è l’evento, scandalo e simbolo allo stesso tempo, della fine di quella “ideologia” e la premessa per la costruzione di un nuovo “blocco storico”.
Ritorna, in “Siamo tutti una famiglia” (Odeonlibri, Vicenza 1982), il tema costante nei lavori di Tina Merlin, della democrazia dal basso: cioè di una nuova società basata su un “blocco politico” radicato negli schieramenti sociali che “gestiscono il potere dal basso”, e dove la classe operaia ha un compito primario come fattore trainante di ogni movimento popolare. Il libro racconta una lotta operaia (aprile-luglio 1971) a Nove di Bassano, il paese della ceramica. Anche qui, come in “Avanguardia di classe” il libro si avvale di un’ampia documentazione. La lotta dei ceramisti di Nove parte da rivendicazioni di categoria ma ben presto ne travalica i confini per farsi movimento che contesta l’organizzazione aziendale, investe i problemi dell’ambiente e della salute in fabbrica, l’organizzazione sociale e politica. Una lotta operaia che si salda con quella studentesca, incentrata attorno all’Istituto d’arte e al suo ruolo. Il libro, ricco di testimonianze (registrate da Tina Merlin), racconta anche la storia della sezione del Pci, punto di riferimento essenziale dell’intera vicenda.